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venerdì 13 novembre 2009

JOE CONFORTE, IL RE DEI BORDELLI




Una vita sempre ai limiti, spesso anche oltre: Joe Conforte, siciliano d'origine ma americano d'adozione, è passato alla storia per essere stato il primo proprietario di un bordello legalizzato negli Stati Uniti.
Tutto ha inizio nel 1926 ad Augusta, una splendida località adagiata sul mare a pochi chilometri da Siracusa. Qui, suo padre, un mercante di vino che fa la spola tra gli States e la Sicilia, conosce quella che sarebbe diventata sua madre. Joe rimane sull'isola fino al 1937, anno in cui perde sua madre, per trasferirsi con il padre e due dei suoi tre fratelli a Boston. Ma la vita nella capitale del Massachusetts non è all'altezza delle aspettative del piccolo Joe che, evidentemente, ha già in mente di vivere a tutta. Tanta voglia di evadere e di mettersi in gioco e venti dollari in tasca bastano a Joe per garantirsi l'approdo a New York. Nella Grande Mela Conforte si stabilisce per un anno, mantenendosi come fruttivendolo.
L'anno successivo arriva a Los Angeles: siamo in pieno conflitto mondiale e gli stranieri del fronte anti-Usa hanno l'obbligo di registrarsi in appositi elenchi. Ma il ragazzo è scaltro e grazie al suo inglese già fluido riesce ad evitare quest'incombenza. Trova casa insieme a due ebrei tedeschi, che invece sono tenuti a rispettare il coprifuoco imposto dalle autorità statunitensi.
Di stare con le mani in mano Conforte non ne vuole sapere e riesce ad occupare un negozio lasciato libero da alcuni giapponesi, costretti a lasciare il Paese a causa dell'inasprirsi dei rapporti tra Giappone e Stati Uniti. La guerra lo chiama e Joe diviene soldato della Us Army. Per l'esercito americano combatterà sull'isola di Guam, divenuta tristemente nota come teatro di una delle più dure battaglie della seconda guerra mondiale. Dopo qualche tempo è a San Francisco: sulla costa californiana sarà un tassista particolare che si occupa del trasporto di soldati e marinai in servizio nella zona verso i bordelli del luogo. É la prima volta che la prostituzione entra nella vita di Joe Conforte. Allora un lavoretto per tirare a campare, in futuro un business che gli frutterà milioni di dollari. Ma prima di diventare il “re dei bordelli”, il siciliano d'America incapperà in diversi guai giudiziari: nel 1959 le porte del carcere gli si schiudono per aver tentato di estorcere del denaro ad un procuratore distrettuale, quattro anni dopo è un accusa di evasione fiscale a metterlo dietro le sbarre per due anni e mezzo.
Il suo legame vero e proprio con il mondo della prostituzione nasce nel 1955. L'inizio è a dir poco singolare: Conforte lancia una sorta di “bordello itinerante”, tre roulotte che girano in lungo e in largo alla ricerca di clienti da soddisfare. Dopo un anno in tour per gli Stati Uniti è arrivato il momento di stabilizzarsi. Quale miglior luogo se non il Nevada, emblema della vita sregolata e senza pensieri. Nello “Stato d'argento” nasce così il Mustang Ranch. Un nome destinato a rimanere scolpito per sempre nella mente degli amanti del sesso a pagamento e non solo. A gestirlo anche sua moglie Sally. Da subito, la donna si dimostra avvezza agli affari e il bordello diventa uno dei luoghi preferiti dagli uomini più influenti dello Stato. Ma quando tutto sembra andare per il verso giusto, il pugile argentino Oscar Bonavena irrompe nella vita dei Conforte. Sally è colpita dalle attenzioni di quest'uomo e finisce per diventare la sua amante. Conforte teme che i due possano portargli via il suo bene più prezioso, il Mustang Ranch. La pallottola sparata da una sua guardia del corpo è l'epilogo quasi scontato di questa vicenda. É il 22 maggio 1976: nulla sarà più come prima nella vita di Joe Conforte che comunque riuscirà a non essere coinvolto nel processo per la morte di Bonavena. Certo, i suoi guai con la giustizia non gli daranno mai tregua e nel 1977 farà ritorno in carcere, ancora una volta per evasione fiscale. La sua storia negli Usa appare ormai irrimediabilmente segnata e Joe è costretto a fuggire in Brasile nel 1991. La Suprema Corte brasiliana non riconosce agli Usa il diritto all'estradizione e oggi Conforte è un anziano dall'aria pittoresca che gestisce una fazenda e un negozio di prelibatezze locali. Afferma soddisfatto di essere un uomo ancora attivo e nel pieno delle sue forze, e rivendica con orgoglio l'ultima paternità che risale alla fine del 2007. Nonostante i suoi 83 anni suonati, Conforte non disdegnerebbe un ritorno nel suo paese natale, a patto che lo Stato italiano accolga le sue richieste: legalizzare la prostituzione e costruire dei centri di recupero per tossicodipendenti con i fondi ricavati dalla tassazione sui bordelli. Un'idea stravagante, figlia di un personaggio che non smetterà mai di stupire.

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